Menzogna e sortilegio è il primo romanzo di Elsa Morante, pubblicato da Einaudi nel 1948 subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. È considerato uno degli esordi più inaspettati della letteratura italiana di metà XX secolo. Caratterizzano questo immenso lavoro la sottigliezza dell’indagine psicologica, il linguaggio arcaico e lo stile ottocentesco. La Morante analizza la storia tormentata di una donna, Elisa, che rivive in prima persona il dramma di una vita familiare del Sud vissuta tra mille difficoltà ed incertezze.
“O impareggiabile prosapia! Mia madre fu una Santa, mio padre un granduca in incognito, mio cugino Edoardo un ras dei deserti d’oltretomba e mia zia Concetta una profetessa regina. Si fissarono così, in solenni aspetti a me familiari, le maschere delle mie futili tragedie…”.
Così assediata da tali “magnifiche” ombre, Elisa, l’io narrante di Menzogna e sortilegio s’incammina verso la necropoli del proprio mito familiare: pari a un archeologo che parte verso una città leggendaria.
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