Cos’è?
L’Accordo di Parigi è stato firmato il 12 dicembre 2015 da 197 stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc). È stato fatto durante la COP 21 e stabilisce i cambiamenti climatici come priorità mondiale dell’agenda politica ed economica. L’obiettivo comune principale è contenere l’aumento della temperatura media globale sotto i 2°C e riuscire a mantenerlo a 1.5°C rispetto ai livelli preindustriali[1]. Per cinque anni ogni governo deve presentare un piano individuale al fine di raggiungere questo obiettivo.
È importante capire che questo accordo ha bisogno del compromesso degli stati perché non prevede delle sanzioni in caso non vengano rispettati gli obiettivi stabiliti da ogni stato. In questo caso le conseguenze possono influire di più sulla reputazione piuttosto che sull’aspetto economico.
Qual è la sua importanza?
In primo luogo, questo è il primo accordo mondiale nella lotta contra la crisi climatica. Il cambiamento climatico è un problema che dobbiamo combattere insieme; quindi, è importante l’esistenza di un accordo che includa la maggior parte dei paesi. Questi Stati sono impegnati a ridurre le emissioni di gas serra e ad adattarsi alle nuove conseguenze della crisi climatica. È essenziale una trasformazione mondiale dell’economia e un investimento maggiore relativo alle energie rinnovabili.
Cosa ci possiamo aspettare?
L’Accordo prevede una riunione ogni cinque anni per valutare i progressi dei singoli paesi e ciò che hanno raggiunto; il primo piano è stato già presentato nel 2020. Inoltre, gli attori più industrializzati sono incoraggiati a sostenere quelli meno sviluppati attraverso il sostegno finanziario, la tecnologia e il rafforzamento delle istituzioni[2]. Dunque, durante la COP 26, che avrà luogo i primi giorni di novembre, i governi dovranno presentare i loro risultati raggiunti per quanto riguarda gli obiettivi dell’accordo. Questa sarà anche un’opportunità per controllare l’andamento dell’Accordo di Parigi in questi primi 5 anni.
Per quanto riguarda gli obiettivi a lungo termine, invece, essi si concentrano sulle persone e sulle loro capacità di adattarsi alle conseguenze del cambiamento climatico; inoltre incoraggiano a scegliere un’economia più sostenibile.
In conclusione, dovremmo dare priorità alla cooperazione internazionale perché è l’unico modo per attuare un’azione mondiale e combattere questa crisi. In merito a questo argomento, è importante la partecipazione di tutti noi perché solo insieme possiamo costruire un mondo più sicuro e sostenibile.
[1] Balocco, Veronica. 2021. «Accordo sul clima di Parigi: che cos’è, cosa chiede, come sta evolvendo.» ESG360. 16 de Marzo. Consultato il giorno 20 ottobre, 2021. https://www.esg360.it/normative-e-compliance/accordo-sul-clima-di-parigi-che-cose-cosa-chiede-come-sta-evolvendo/.
[2] Comissione europea. 2020. «Accordo di Parigi.» Climate Action. Consultato il giorno 21 ottobre, 2021. https://ec.europa.eu/clima/eu-action/international-action-climate-change/climate-negotiations/paris-agreement_it.
Balocco, Veronica. 2021. «Accordo sul clima di Parigi: che cos’è, cosa chiede, come sta evolvendo.» ESG360.16 de Marzo. Consultato il giorno 20 ottobre, 2021. https://www.esg360.it/normative-e-compliance/accordo-sul-clima-di-parigi-che-cose-cosa-chiede-come-sta-evolvendo/.
Commissione europea. 2020. «Accordo di Parigi.» Climate Action. Consultato il giorno 21 ottobre, 2021. https://ec.europa.eu/clima/eu-action/international-action-climate-change/climate-negotiations/paris-agreement_it.
Planelles, Manuel. 2016. «Acuerdo de París: claves del pacto sobre cambio climático.» El País. 4 novembre. Consultato il giorno 21 ottobre, 2021. https://elpais.com/internacional/2016/11/02/actualidad/1478101060_412467.html.
United Nations. 2020. «The Paris Agreement.» United Nations Climate Action. Consultato il giorno 20 ottobre, 2021. https://www.un.org/en/climatechange/paris-agreement.
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