La COP 26 ebbe luogo un mese fa a Glasgow e ci fu un negoziato lungo e difficoltoso. Durante queste due settimane gli argomenti principali furono: il completamento del “Libro delle Regole”, l’aggiornamento degli NDC (National Determined Contributions) e l’aumento del supporto finanziario. Le aspettative non sono state pienamente soddisfatte ma è importante sottolineare che è stato raggiunto un progresso nella lotta contro il cambiamento climatico. Tuttavia, molte decisioni sono state posticipate alla COP 27 dimostrando che tanti paesi ancora non sono riusciti a raggiungere un vero compromesso in merito al rispetto dell’ambiente.
È stato molto difficile riuscire a fare in modo che 200 paesi fossero d’accordo su questo tema, dunque questo summit può essere considerato un grande risultato. Perciò dobbiamo sottolineare i risultati positivi:
I giovani hanno avuto un ruolo importantissimo nella COP 26, organizzando una manifestazione durante il summit al fine di mettere pressione sui governi per raggiungere valide soluzioni e chiedendo l’impegno concreto di tutti i partecipanti. Ad esempio, una figura molto importante per i giovani nell’area dell’ambiente è Greta Thumberg, la quale sostiene che “questa non è più una conferenza sul clima. È un festival del green washing per i Paesi ricchi.”
In conclusione, questa conferenza delle Nazioni Unite sul clima non è stata un totale successo ma neanche un totale fallimento. I leader mondiali hanno raggiunto dei progressi molto importanti ma questo non è abbastanza. Attraverso l’Accordo di Parigi dipendiamo dagli atti di buona volontà dei paesi perché non esiste un governo mondiale che può obbligarli a seguire una normativa sulla sostenibilità. I discorsi e le parole sono tanti ma alla fine non vi è nessun documento concreto che rifletta un vero cambiamento urgente. Ad ogni modo, è già un grande risultato aver effettuato una conferenza di questa portata e ciò che dovremmo fare è solo continuare ad impegnarci per ottenere più risposte e risultati.